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The Blair Witch Project è un film horror del 1999 che riscosse enorme successo alla sua uscita.
Si tratta di un horror di tipo mocumentary, tra i primi del suo genere, ovvero un documentario ottenuto tramite montaggio di riprese di natura apparentemente amatoriale.

In The Blair Witch Project si parte da una semplice premessa riassunta in poche righe di testo bianco su fondo nero. Veniamo informati da subito della misteriosa scomparsa di tre giovani studenti intenzionati a realizzare un documentario sulle presunte manifestazioni di una strega nei boschi del Maryland. Unica traccia sono i filmati delle loro videocamere, rinvenute casualmente tempo dopo, e dai quali ogni spettatore sarà libero di trarne dopo la visione, le sue conclusioni.

Rimasi totalmente terrorizzato dalla visione del film. TBWP era un semplice montaggio di riprese indubbiamente amatoriali, montate in schema cronologico e senza tagli. In pratica tutto il loro girato, senza distinzione tra scene con momenti privati e scene girate a scopo prettamente documentaristico.

Per tutta la durata del film non vediamo altro che scene amatoriali che, man mano i protagonisti si addentrano nel bosco e man mano intorno a loro sembrano accadere cose sempre più strane e terrificanti. Fino ad un’ultima, sconvolgente, ripresa passabile di mille interpretazioni possibili e inequivocabilmente drammatiche.

 

 

Nel film non si vede mai niente, mai una faccia, un mostro, qualcosa di sovrannaturale, niente. Vediamo solo i ragazzi e la loro paura che aumenta, vediamo riprese che si fanno sempre più mosse e veloci e sfocate, man mano che aumenta la minaccia invisibile intorno a loro. E il terrore.

 

Una volta Mirko mi disse che TBWP era un tipo di horror capace di smuovere corde molto sensibli e personali degli spattatori ed io sono totalmente daccordo.

 

Conosco molte persone che sostengono di non aver provato nessuna sensazione di inquietudine, di non essersi spaventati o di essersi addirittura annoiati.

Una volta feci vedere TBWP a Sara, lo vedeva per la prima volta. Ebbene durante il film lei non sembrava per niente toccata dagli avvenimenti, il mio cuore invece batteva così forte da pulsare anche nel divano.

PH

PHOTON

SPIDER-MAN 3

AEON FLUX

Nel mio articolo non ho messo nemmeno un disegno della sexy protagonista

L’ho disegnata in tutti modi forme e dimensioni.
Aa volte faccio solo la lavatrice ma il logo che considero definitivo è quello con la lavatrice dentro il cerchio. 

È solo una firma, un’impronta stilistica… Una volta lessi da qualche parte una citazione di Picasso che mi è sempre rimasta in testa: Quando cerchi di disegnare un cerchio il tuo stile è il modo in cui non ci riesci.

 

ebbene questo è il mio stile.